Le linee guida per il recupero dell’edilizia rurale del Gal nascono in attuazione della Misura 323 3 a “Studio storico-culturale e realizzazione di un manuale architettonico”.
L’obiettivo della guida è quello di fornire le linee di indirizzo su come affrontare gli interventi di recupero dell’edilizia rurale: uno strumento metodologico e conoscitivo rivolto alle Amministrazioni Pubbliche, agli Enti Locali, alle Commissioni Locali per il Paesaggio e più in generale ai professionisti del settore, ad integrazione della normativa urbanistica locale e dei regolamenti edilizi comunali.
Lo scopo di tale strumento è la conservazione dell’impostazione strutturale dell’edificio, nel rispetto della morfologia che contraddistingue le tipologie architettoniche locali, trattando una diagnosi delle forme di dissesto e di degrado ricorrenti, definendo i materiali da impiegarsi e le tecniche costruttive compatibili con l’esistente.
La guida è organizzata in tre principali sezioni tematiche: i nuclei storici, le tipologie edilizie e gli elementi costruttivi.
La sezione “nuclei storici” analizza i centri abitati delle tre aree principali del territorio: quella Acquese e della Valle Bormida di Spigno, quella Ovadese e Novese e quella della Alte Valli Appenniniche.
La sezione “tipologie edilizie” riporta per ciascun tipo di tipologia individuata, una descrizione dei caratteri generali ed alcune linee guida per il recupero compatibile dell’esistente.
La sezione “elementi costruttivi” è organizzata in sette sotto-sezioni a ciascuna delle quali corrisponde un elemento costruttivo specifico (murature, intonaci, coperture, aperture, infissi, strutture in aggetto e scale esterne e sistemi interni di orizzontamento) che viene analizzato nelle sue diverse articolazioni, anche in base alle varianti individuate sul territorio in esame.
Per ogni elemento costruttivo viene fatta una diagnosi delle forme di dissesto e degrado ricorrenti e vengono suggerite le linee guida di intervento (distinguendo tra interventi compatibili, non compatibili e da valutare con cautela).
La trattazione di ogni elemento è completata da una serie di schede tecniche descrittive dei possibili interventi, con indicazione delle fasi operative e dei materiali.
Alle tre sezioni si aggiunge la proposta di un itinerario turistico e religioso,“La via del sacro” che ripercorre le strade dei pellegrinaggi religiosi, dei quali sono testimonianza le immagini iconografiche legate alla religiosità popolare, conservate sugli edifici, non soltanto religiosi, e l’elemento architettonico del portico che caratterizza molte chiese pievane.